venerdì 30 aprile 2010

UN SENTIERO NEL BOSCO

Un sentiero nel bosco.
Un bosco di montagna ad inizio autunno, ancora verde ma con segni incipienti di fiamme di colore che, tra pochi giorni incendieranno i faggi di mille colori, che porta però ancora i segni del passato inverno; rami secchi spezzati ed alberi antichi che paiono scheletriche, inquietanti sagome, con i loro rami,spogli, protesi quali mani giganti nel cielo.
Faggi maestosi che affondano le loro radici contorte nel terreno, talvolta abbarbicati a rocce, come a cercare un solido appiglio contro la forza del vento, alberi possenti che mai potranno essere sradicati, se non quando, compiuto il loro tempo, tra centinaia di anni, forniranno umus per il bosco e per nuova vita.
Ma ecco che lo sguardo è rapito da mille punti verdi che, come stelle, costellano questo mondo il cui silenzio è rotto solo dal cinguettio degli uccelli e dallo scosciare lontano delle acque di fondovalle.
Le case: vecchi muri di pietre saldate da povera malta di terra rossa o murati a secco, legni segnati dal tempo a sostenere pesanti tetti di lose, e poi le aperture, orbite ormai vuote che sembrano gridare il dolore dell’abbandono.
Un sentiero nel bosco.
Un sentiero bello, largo, protetto ai lati da muretti a secco, a tratti lastricato dalla fatica quotidiana di solidi montanari, mai troppo ripido, comodo, adatto ad essere percorso con carichi di legna e di fieno portati a spalle.
Il “Sentiero dei Franchi”, così lo chiamano, in questo tratto percorre a mezza costa il selvaggio Vallone del Gravio per poi arrivare alla Certosa di Monte Benedetto e alla Sacra di San Michele; i Franchi, nel lontano 773, guidati da Carlo Magno, lo percorsero per portarsi a combattere i Longobardi di Desiderio attestati a valle, alle Chiuse, di Fronte alla Sacra di San Michele, là dove la Valle di Susa si stringe prima di sfociare nella pianura.
Cerco di vederli, uomini armati che percorrono questo sentiero, cercando di non fare troppo rumore, per non svelare la loro posizione e sorprendere il nemico; poveri montanari impauriti dal passaggio di un esercito che sempre porta con se violenze, soprusi, stupri, dolore inflitto.
Poi cerco di vedere i montanari, povera gente vissuta con niente per secoli, gente fiera, vissuta “lunghi anni nella gloria dei ruvidi panni”, per cui la dignità consisteva nell’essenziale e nulla più, “addobbavan le scabre pareti, qua di lupo là d’orso una zampa, e la sera, raccolti alla vampa, crepitante di cerri e di faggi, sante istorie, vetusti coraggi, in austero, fantastico stil”.
Un sentiero nel bosco.
Un sentiero da percorrere in silenzio, meditando dentro se stessi l’armonia straordinaria della natura, ascoltando i suoni ed i profumi del bosco, lo scorrere dell’acqua di fusione in fondo al Gravio, osservando una roccia, un muschio, una corteccia, un lichene, ed alzando di tanto in tanto gli occhi verso lo scenario impagabile delle montagne spennellate di neve.
Un sentiero nel bosco!

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